Incontri 23/24

INCONTRI

Le conferenze ibride (presenza + diretta streaming) del Club di Cultura Classica “Ezio Mancino” APS

in collaborazione con la Biblioteca civica “Natalia Ginzburg” di Torino e con il patrocinio di Città di TorinoBiblioteche civiche torinesipolo culturale Lombroso16

Anno 2023/24

un mercoledì al mese, alle ore 18.00

Le prenotazioni per ogni incontro aprono tre settimane prima. A questa pagina il link per registrarsi (in presenza e online)

lunedì 16 ottobre 2023

INAUGURAZIONE XX ANNO

con la straordinaria partecipazione di Christian Greco, Francesco Tresso, Antonella Frontani, Gigi Spina, Paola Dolcetti, Massimo Manca, Annalisa Ambrosio, Ludovico Bellucci, i Dirigenti Scolastici dei Licei Classici torinesi

mercoledì 25 ottobre 2023

QUANDO È MODA È MODA

Maria Giuseppina Muzzarelli, Nicoletta Polla-Mattiot

Ma la moda cos’è e da quando se ne può parlare come di un fenomeno dai molti significati e dalle innumerevoli funzioni? Che rapporto c’è fra la moda e il silenzio?

La moda è nata nel medioevo e va chiarito come e perché. Contemporaneamente è nata anche la coscienza del fenomeno e la critica ad esso così come è nata l’attribuzione alle donne della debole resistenza alle lusinghe della moda. Si tratta di cogliere persistenze e differenze fra la fase aurorale e gli sviluppi successivi del fenomeno, usando le testimonianze dell’iconografia e altre fonti, come gli elenchi di abiti realmente posseduti.

 Fra le pieghe di tailleur, ruches e revers – “una piega nell’immenso tessuto del parlare” -, si possono cogliere i non detti e i sottotoni della moda. Perché ogni abito può nascondere o svelare, attrarre e contemporaneamente distrarre, raccontare o passare sotto silenzio. Ci sono vestiti significanti, vestiti contenitore, che rivestono o travestono e poi, ci sono abiti contenuto e persone che li significano, ne fanno messaggio personale e strumento relazionale. Spesso, quanto più l’abito è gridato, tanto meno parla, tanto più mimetizza, adegua, rende conformi.   

mercoledì 15 novembre 2023

BRUCIA TROIA

Alberto Camerotto, Massimo Manca

Il titolo “pericoloso” della canzone di Vinicio Capossela ci spinge a raccontare l’episodio epico più famoso – quello del cavallo di Troia e della distruzione della città; raccontarlo al posto di Omero, perché, paradossalmente, il – per convenzione – poeta dell’Iliade non l’ha mai cantato, e i poemi che originariamente lo raccontavano sono scomparsi nelle nebbie della storia letteraria. D’altra parte, per definizione ogni archetipo deve essere perduto, e lo riconosciamo guardandone gli effetti. Alberto Camerotto e Massimo Manca ci faranno rivivere il racconto della notte di Troia alternando performance ad accademia e svolgendo i fili del racconto della caduta della città che fanno sì che questo episodio ancestrale sia ancora capace di incendiare, con le mura di Troia, l’anima dei moderni.

mercoledì 17 gennaio 2024

PAROLE PAROLE

Laurent Pernot, Francesca Piazza

L’arte della persuasione è una forza ambivalente. Dalle relazioni diplomatiche ai rapporti amorosi, dalla politica alla letteratura, senza dimenticare le più banali conversazioni quotidiane, quest’arte sottile è onnipresente. Può condurre gli ascoltatori verso il bene, può esortare e consolare, ma può anche fuorviare, ingannare e manipolare. Le parole svolgono sia il ruolo di risolvere il conflitto sia di farlo esplodere o potenziarlo… senza che sia facile, o addirittura possibile, stabilire a priori in che direzione andranno. Laurent Pernot e Francesca Piazza esploreranno i misteri della retorica e cercheranno di definire le regole per il suo corretto utilizzo.

mercoledì 14 febbraio 2024

AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI

Barbara Castiglioni, Davide Susanetti

C’era una volta un re, con tre figlie bellissime. Una di loro, Psiche, era così bella da suscitare l’invidia di Venere, che per vendicarsi costringe il figlio, Amore, a farla innamorare del più crudele dei mostri. Ad innamorarsi di Psiche, però, è lo stesso Amore, che la conduce nel suo meraviglioso palazzo, ma ad una sola condizione: la loro unione deve essere celebrata sempre al buio, nelle tenebre. Ma una notte, Psiche decide di sapere chi sia davvero il suo misterioso amante…

Raccontata da Apuleio nelle sue Metamorfosi, «la più bella favola dell’antichità» è uno dei più grandi e misteriosi scritti sull’amore di ogni tempo.

mercoledì 13 marzo 2024

VENGO ANCH’IO. NO, TU NO

Alice Bonandini, Gigi Spina

Si dialoga o si monologa?

Il dialogo dovrebbe essere, come da etimologia, uno scambio di parole tra due o più interlocutori. E lo scambio di parole dovrebbe essere un continuo alternarsi di domande/risposte, osservazioni/controsservazioni ecc., attraverso le quali si accrescono confronto e convivenza reciproci, a qualsiasi livello. Nelle culture greca e romana il dialogo è stato perfezionato come forma e strumento di conoscenza e definizione di tematiche cruciali. Ma si è sempre trattato, e si tratta oggi, di dialogo o, a volte, si preferisce un confronto tra monologhi? Come giungono a equilibrio produttivo, cioè, i poteri e le gerarchie che si affrontano in un dialogo? E poi, cosa sono le giornalistiche ‘prove di dialogo’? Fra definizioni ed esempi storici cercheremo di dialogare fra noi e con l’uditorio per saperne e capirne di più.

mercoledì 10 aprile 2024

L’ISOLA CHE NON C’È

Raffaella Calandra, Giorgio Ieranò

“Seconda stella a destra questo è il cammino….”. Seguendo la rotta descritta da Edoardo Bennato, Giorgio Ieranò e Raffaella Calandra dialogano intorno all'”Isola che non c’è”, dove non ci sono santi né eroi, né ladri né gendarmi. Un percorso tra viaggi e miti, e tra realtà e utopia. Perché, come scriveva Umberto Eco, “l’isola è sentita come un non-luogo, irraggiungibile, a cui si approda per caso ma, una volta lasciatala, non vi si potrà più tornare. Quindi solo su un’isola può realizzarsi una civiltà perfetta, di cui noi sapremo solo attraverso leggende”.

mercoledì 8 maggio 2024

TINTARELLA DI LUNA

Nicola Gardini, Francesca Sensini

È ancora oggi difficile, nel discorso comune, riferirsi all’antichità greca e romana lasciando completamente da parte la tesi classicista e la fascinazione per un mondo ‘olimpico’, governato da una luminosa razionalità, da un’aspirazione all’ordine e all’armonia di pensieri e forme capaci di renderlo antidoto esemplare contro le inquietudini di ogni tempo (e non di rado un feticcio culturale in bilico tra il paludato e il kitsch).

Per schermarci da questo abbaglio ricorrente dell’immaginario legato alla classicità, basta affidarsi alla luna. Quando Apollo tramonta con il suo carro fiammeggiante oltre l’orizzonte, appare il pallido volto della sorella Artemide ed è tutto più oscuro e…più chiaro.

A partire dai nomi del nostro satellite in greco e latino e dalle tre facce della luna antica (Artemide, Selene ed Ecate), passando attraverso le evocazioni e i miti lunari (la luna di Saffo, l’amore di Artemide per Endimione, la rivalità tra Artemide ed Afrodite nel destino di Ippolito, l’oraziana strega Canidia, in grado di tirare giù la luna dal cielo…), proveremo ad addentrarci tra le ombre che si allungano da sempre sull’assolato paesaggio mediterraneo, in mezzo alle radici ctonie ed infere della civiltà classica e al suo senso tragico dell’esistenza.