INCONTRI
Le conferenze ibride (presenza + diretta streaming) del Club di Cultura Classica “Ezio Mancino” ONLUS
in collaborazione con la Biblioteca civica “Natalia Ginzburg” di Torino e con il patrocinio di Città di Torino, Biblioteche civiche torinesi, polo culturale Lombroso16
Anno 2021/22
un mercoledì al mese, alle ore 18.00
INCONTRO IN PRESENZA E ONLINE! Mercoledì 22 giugno, ore 18.00
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Saranno con noi Massimo Manca, Nicola Gardini, Giovanni Brizzi, Luciano Canfora, Roberto Danese, Mario Lentano, Giorgio Ieranò, Elisabetta Matelli e Diana Perego, Maurizio Bettini e Gigi Spina, Barbara Castiglioni, Anna Ferrari, Giulio Guidorizzi e Chiara Lombardi.
3 novembre 2021
COME MENTONO I CLASSICI. LEGGERE GLI ANTICHI SENZA FIDARSI
Massimo Manca
Per una forma di reverenza scolastica, siamo soliti guardare gli antichi come maestri di saggezza, di morale, di verità, attribuendo loro il rispetto che ognuno deve al proprio padre. Se però li guardiamo da vicino, ci accorgiamo che non sempre sono così saggi, non sempre sono irreprensibili e, soprattutto, che mentono; anzi, mentono quasi sempre, per diversi motivi. Per accostarci ai classici dobbiamo dunque tenere anzitutto presente che non sempre gli antichi hanno intenzione di dirci la verità; e anche se volessero, la loro verità non è sempre la nostra.
La conferenza indaga l’approccio alla verità e alla menzogna degli antichi, sia dal punto di vista della teorizzazione, sia dal punto di vista della pratica. I poemi omerici, Platone, Luciano, Cesare, Livio sono alcuni degli autori che verranno presi in esame.
17 novembre 2021 | INCONTRO ESCLUSIVAMENTE ONLINE
VIVA IL GRECO | In collaborazione con Garzanti Libri
Nicola Gardini in collegamento da Oxford, dialoga con Sergio Audano
La Grecia antica è a un tempo inizio e punto d’arrivo. Nella sua lingua si sono elaborati i fondamenti stessi della nostra civiltà, all’insegna di altissimi ideali come la giustizia e l’amicizia. I racconti eroici di Omero hanno trasmesso un’etica dell’eccellenza; la lirica di Saffo ha rappresentato i travagli e le gioie dell’eros; quella di Pindaro ha esaltato le glorie della competizione atletica; le storie di Erodoto e Tucidide hanno indagato le differenze tra i popoli e i motivi dei conflitti; le tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide hanno portato in scena il dramma della libertà individuale; le commedie di Aristofane hanno criticato le derive della democrazia e posto in primo piano la formazione dei giovani; i dialoghi di Platone hanno dato voce alle ambivalenze del reale; i discorsi di Demostene hanno insegnato a difendere la libertà dalle sopraffazioni più temibili…
ECCEZIONALMENTE sabato 4 dicembre 2021, ore 10.00
LA RIVOLTA DI SPARTACO | In collaborazione con Circolo dei lettori e Festival del Classico
Giovanni Brizzi e Luciano Canfora interverranno dalla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani
corso Galileo Ferraris 266/C
Il nome di Spartaco è legato alla terza e più nota delle guerre cosiddette servili che fra II e I secolo a.C. afflissero lo Stato romano. In gioco non c’erano solo i diritti degli schiavi, ma anche il malcontento delle popolazioni meridionali, soprattutto appenniniche – la “seconda Italia” -, che reclamavano la cittadinanza. Sotto la guida del gladiatore ribelle si radunarono istanze di libertà e integrazione, appartenenza e autodeterminazione.
19 gennaio 2022
I CLASSICI SUL PALCOSCENICO DELLA CONTEMPORANEITÀ
Roberto M. Danese
Il teatro di Plauto ha un posto ancora notevole nella cultura contemporanea, soprattutto per la sua vitalità scenica. Per questo motivo è sempre più urgente riflettere sull’uso che oggi possiamo fare del patrimonio culturale costituito dalle sue commedie. I nuovi risultati della ricerca condotta sul testo del sarsinate possono e debbono coniugarsi con l’esperienza performativa di quei professionisti del teatro che sono in grado di portare oggi sulle scene le palliatae plautine. Per questo è importante abbinare la riflessione teorica all’analisi di recenti esperienze di collaborazione fra il filologo plautino e il metteur en scène, grazie alle quali è stato possibile acquisire nuova consapevolezza sugli adattamenti contemporanei di Plauto.
2 febbraio 2022
ROMANI RAZZISTI? ORGOGLIO E PREGIUDIZIO NELL’ANTICHITÀ
Mario Lentano
Negli ultimi mesi si è molto parlato del contributo che i classici latini e greci avrebbero dato nella formazione e nella legittimazione dei moderni razzismi: al punto che ci sono università americane che hanno deciso di limitarne o cancellarne lo studio, modificando in questo senso i programmi dei dipartimenti di Classics. In realtà, un esame ravvicinato dei testi giunti sino a noi mostra che i Romani – per i Greci il discorso sarebbe almeno in parte diverso – hanno sicuramente costruito immagini stereotipate dello straniero o coltivato pregiudizi di matrice etnica sui popoli con i quali la loro espansione li aveva messi in contatto, ma non hanno mai fatto propria una visione paragonabile a quella del razzismo per come la cultura occidentale lo ha conosciuto e praticato a partire dall’Ottocento. Anche la visione dei popoli di colore presenta nella cultura romana tratti specifici, che vanno spiegati all’interno dei quadri mentali propri della cultura romana, ma del tutto esenti dallo stigma che colpisce i “neri” in una parte del discorso pubblico contemporaneo. Uno sguardo insolito sui nostri antenati, che ci aiuta a mettere meglio a fuoco la loro visione del mondo e a capire che i classici, lungi dal costituire un pericolo per quanti li studiano o semplicemente li leggono, possono essere lo strumento prezioso di una nuova ecologia del pensiero.
23 febbraio 2022
ELENA E PENELOPE: DUE MODELLI FEMMINILI TRA MITO E POESIA | In collaborazione con Giulio Einaudi Editore
Giorgio Ieranò
Creature straordinarie, e al tempo stesso esemplari, Elena e Penelope sono diventate i simboli chiave di ogni discorso sulla forza oscura del desiderio e sulle ambiguità delle relazioni tra i sessi: la sensuale Elena, la donna più bella e pericolosa del mondo, e Penelope, immagine della sposa perfetta. Unite nella loro diversità, sono state le eterne compagne di strada in un viaggio che ha percorso tutta la storia della cultura europea. Dai due modelli mitologici della seduttrice infida e della consorte devota già gli antichi traevano insegnamenti sulla potenza invincibile della passione erotica, sul ruolo della donna nella società, sul carattere dell’istituzione matrimoniale. Due figure da sempre contrapposte, dunque, ma forse meno distanti di quanto appaia a prima vista.
16 marzo 2022 | INCONTRO ESCLUSIVAMENTE ONLINE
IMMAGINI DI ANTIGONE | In collaborazione con Kerkìs. Teatro antico in scena
Elisabetta Matelli, Diana Perego
La conferenza a due voci indagherà l’eroina sofoclea Antigone. Sarà in particolare approfondita la sua immagine intesa sia come personaggio, nella relazione con Creonte e nella distinzione e sovrapposizione dei ruoli, sia come raffigurazione nella pittura moderna. Analisi drammaturgica e analisi iconografica metteranno in luce la complessità di Antigone.
6 aprile 2022
DECOLONIZZARE I CLASSICI – MA DA CHI? | In collaborazione con Associazione AMA
Maurizio Bettini, Gigi Spina
Il dibattito secolare sui classici (greci e latini, in particolare) si è drammatizzato negli ultimi mesi per le notizie provenienti dagli Stati Uniti su nuove tendenze culturali, non sappiamo quanto diffuse, di ‘cancellazione’ e ‘decolonizzazione’ di momenti e figure significative del mondo antico (e non solo), in quanto non rispondenti più a una cultura condivisa. Bisognerà seguire con attenzione e capire meglio, nell’Europa patria dell’Umanesimo, quanto ci sia di reale in queste impostazioni e quanto di ‘scandalismo’ informativo. E soprattutto, quanto simili atteggiamenti possano a loro modo contribuire a una necessaria riflessione sui classici oggi, e quanto invece costituiscano un comodo modo per evitare di pensare, sia in un senso che nell’altro. Certo è che nella piena comprensione dei classici e delle culture antiche non sempre gli antichisti hanno reso loro il servizio migliore…
27 aprile 2022
ELENA: LA COLPA DELLA BELLEZZA | In collaborazione con Fondazione Valla
Barbara Castiglioni
L’Elena di Euripide non è mai stata a Troia. Non è lei che i vecchi della città hanno contemplato sulle mura. Non è lei che Telemaco ha ammirato nel suo palazzo di Sparta. La dea Era a Paride non diede che un fantasma, un’immagine fatta con l’aria del cielo, che respirava: copia identica, doppio preciso, di Elena. L’Elena di carne e d’ossa, invece, la prese Ermes e la portò in Egitto, nella casa di Proteo, perché il letto di Menelao non venisse violato. Il primo scontro tra Occidente e Oriente, la guerra di Troia, fu combattuta soltanto per un’illusione. Nel suo lungo ritorno da Troia verso Sparta, l’ignaro Menelao, che con sé conduce il «fantasma» riconquistato, approda in Egitto e si trova davanti a un’«altra», una «nuova» Elena, la «vera» Elena: una donna casta e fedele, molto diversa da come la tradizione, prima e dopo Euripide, l’ha sempre raffigurata.
18 maggio 2022
LA MUSA ASSENTE. TRE PARADOSSI SULL’ARTE GRECA
Anna Ferrari
Benché le arti figurative avessero in Grecia un ruolo di primo piano, gli artisti che vi si dedicavano erano in generale poco considerati. Lo conferma il fatto che il dio protettore delle arti, Efesto, non fosse una Musa leggiadra bensì un vecchio storpio e deforme. E questo è il primo paradosso. Inoltre (secondo paradosso) i capolavori dell’arte antica sono per noi in gran parte ignoti: dei più grandi maestri noi conosciamo, quando va bene, quasi solo copie di età romana. Non va molto meglio con l’architettura, dove persino del monumento più famoso, il Partenone, non sappiamo neppure se fosse davvero un tempio come abitualmente si dice. Per non parlare della pittura greca, andata quasi del tutto perduta e che dobbiamo accontentarci di ricostruire attraverso la ceramica dipinta. Infine, e questo è il terzo paradosso, secoli di classicismi ci hanno indotti a concepire la scultura e l’architettura antiche in bianco e nero: ma le ricerche recenti hanno dimostrato come fosse vivace la policromia di statue e templi. Alla luce di queste considerazioni, sarà forse il caso di riflettere su quanto l’arte greca, che ci sembra così familiare, abbia ancora molti segreti da svelare.
DATA AGGIORNATA! 22 giugno 2022
TRANSLATIO IMPERII, TRANSLATIO AMORIS
Chiara Lombardi
In questo contributo vorrei leggere un episodio della storiografia antica che ha lasciato un segno molto profondo nella memoria culturale: il racconto di Gige e Candaule nelle Storie di Erodoto. L’episodio può considerarsi archetipo funzionale a rappresentare quei rapporti di forza che si trovano alle origini della Storia ma che si rinnovano in forme diverse nel presente, adattandosi ad esso. L’aspetto interessante della novella di Gige e Candaule deriva dalla particolare narrazione dei rapporti di forza e del desiderio mimetico che ad essi si collega. La vicenda sposta l’idea del potere e del possesso dall’ambito politico a quello erotico, suggerendo un più ampio paradigma di interpretazione antropologica della Storia.
Il valore universale e fondativo di questo archetipo trova conferma, a mio avviso, in due narrazioni molto diverse ma collegate tra loro: le avventure di Alatiel nella novella II, 7 del Decameron di Boccaccio (il quale riscrive il mito di Gige e Candaule nel De casibus), per l’ossessiva riproposta di casi di desiderio triangolare omicida sottesa alla metaforizzazione di una translatio imperii che si proietta sul piano erotico; il romanzo La donna leopardo di Alberto Moravia, dove è menzionata esplicitamente la narrazione erodotea al fine di spiegare la relazione tra possesso amoroso e rapporti di forza nella fisionomia della società occidentale contemporanea soggetta al neocapitalismo, con la funzione di movimentare e rendere più complicati gli stessi giochi di potere e di consumo.
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